Presentato da Biorepack il nuovo marchio d’appartenenza al sistema del riciclo organico

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Una mano rivolta verso un bidoncino dei rifiuti, un torsolo di mela a simboleggiare la biodegradabilità e la compostabilità, un mucchietto di scarti alimentari a rappresentare l’umido. E, sotto, le parole “Organico Biorepack” a indicare che il fine vita dell’imballaggio in bioplastica compostabile è il riciclo all’interno degli impianti di compostaggio industriali, promosso dalla filiera che fa capo a Biorepack. Sono gli elementi costitutivi del nuovo marchio collettivo volontario che il consorzio sta presentando in queste settimane alla filiera dei suoi stakeholder.

Gli obiettivi dell’iniziativa

Molteplici sono gli obiettivi che il Consorzio Biorepack si pone con questa iniziativa: in primo luogo, il marchio permetterà di tutelare e valorizzare l’importanza di una filiera produttiva di eccellenza, tipica della bioeconomia circolare, di cui l’Italia è leader indiscussa a livello continentale. Allo stesso tempo, il marchio, in linea con il PPWR che consente di comunicare volontariamente l’appartenenza a un sistema EPR, testimonia il legame di un’azienda con il sistema consortile di Biorepack.

Il logo, però, apporterà anche un altro fondamentale vantaggio per la collettività: fornirà infatti un aiuto concreto ai cittadini per migliorare la loro capacità di conferire correttamente gli imballaggi compostabili, aumentando in questo modo qualità e quantità della raccolta differenziata dei rifiuti organici.

Il nuovo marchio collettivo di riconoscibilità del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile, che va inteso in affiancamento e non in sostituzione delle certificazioni di compostabilità dei manufatti (che sono infatti una precondizione per ottenere il marchio), è stato registrato il 19 maggio scorso dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Ultimo passo di un percorso iniziato però molto prima: è il frutto di 24 mesi di analisi e studi approfonditi commissionati da Biorepack alla società di consulenza Deloitte, con l’obiettivo sia di ascoltare le istanze e i punti di vista degli addetti ai lavori che compongono la filiera delle bioplastiche sia di costruire, alla fine di un percorso partecipato e condiviso, un logo il più possibile chiaro, intuitivo ed esplicativo.

Uno strumento fondamentale per la raccolta differenziata

Il nuovo marchio collettivo volontario lanciato da Biorepack

“Siamo certi che questo pittogramma non rappresenterà solo un elemento di visibilità per le aziende della filiera italiana delle bioplastiche compostabili, ma ben presto diventerà uno strumento fondamentale per accompagnare cittadini, famiglie, imprese e attività commerciali nel momento della raccolta differenziata dei rifiuti”, commentail presidente di Biorepack, Marco Versari. “Troppo spesso, infatti, si trovano nella condizione di non riuscire a identificare con immediatezza e semplicità dove sono da conferire gli imballaggi che hanno davanti. Questa mancanza di chiarezza si può tradurre in errori che sporcano la raccolta dell’organico, complicandone il trattamento negli impianti e rallentando il miglioramento dei tassi effettivi di riciclo e quindi gli obiettivi fissati dalle norme europee e italiane”.

Ma il nuovo logo sottolinea anche l’importanza di poter contare su un soggetto che si occupa della gestione del fine vita delle bioplastiche compostabili.

“Il marchio Biorepack è indubbiamente uno strumento in grado di fare chiarezza e di sottolineare il valore di una filiera. Auspichiamo che in tempi brevi sarà utilizzato dalle centinaia di aziende con noi consorziate e che brand owner e retailer ne comprenderanno il valore aggiunto in termini di servizio al cliente e, indirettamente, anche alla collettività. A partire dalle prossime settimane sarà cura del consorzio far conoscere il marchio a cittadini e imprese con una campagna di comunicazione declinata su molteplici mezzi”, conclude Versari.

L’applicazione del marchio sugli imballaggi in bioplastica compostabile è regolata da un disciplinare e può avvenire solo su autorizzazione di Biorepack.


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