Revet inaugura a Pontedera la seconda linea per il riciclo delle plastiche

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Arriva da Pontedera (Pisa) la notizia di un nuovo passo avanti per l’economia circolare e per la filiera del riciclo in Toscana. La società Revet (gruppo Plures) ha avviato la seconda linea di produzione all’interno del suo stabilimento dedicato alriciclo delle materie plastiche post consumo.

Particolare dello stabilimento Revet di Pontedera (Pisa)

Si tratta di un investimento da quasi 11 milioni di euro, che raddoppia la capacità produttiva di granulo riciclato ottenuto dagli imballaggi raccolti in modo differenziato sul territorio.

A pieno regime, a partire dal 2026, la produzione raggiungerà le 20 mila tonnellate annue di granulo riciclato: un risultato che completa il sistema impiantistico dell’azienda, che si colloca già tra i più avanzati a livello nazionale, e che rafforza l’impegno verso un’economia circolare realmente efficace. Già nel 2024 Revet aveva raggiunto un tasso di avvio al riciclo effettivo del 68,4%, e la nuova linea consentirà di migliorare ulteriormente tale performance.

Potenziata l’attività di ricerca e sviluppo

Imballaggi e oggetti artistici in plastica riciclata

Il potenziamento non si limita alla sola capacità produttiva, ma investe anche i settori della ricerca e dello sviluppo: Revet si è infatti dotata di un impianto pilota e di un laboratorio interno. Queste strutture permettono oggi di eseguire in autonomia tutte le prove necessarie per offrire ai clienti un granulo personalizzato, calibrato sulle specifiche esigenze applicative.

“Scegliendo il granulo Revet”, spiega Alessia Scappini, amministratore delegato di Revet, “gli stampatori di oggetti in plastica possono abbattere la loro impronta ecologica trovando proprio nella sostenibilità l’elemento di competitività per andare sui mercati. L’analisi del ciclo di vita dimostra che le prestazioni ambientali del granulo riciclato Revet sono estremamente performanti con una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 75% rispetto all’utilizzo di un polimero vergine”.

Alessia Scappini e Alberto Irace, rispettivamente amministratore delegato di Revet e di Plures

I benefici ambientali sono tangibili: la produzione 2024 ha permesso di evitare l’emissione di 8 milioni di chilogrammi di CO₂ equivalente.

Con l’ampliamento dell’impianto e il ricorso a energia da fonti rinnovabili, nel 2026 si stima una riduzione potenziale di oltre 21 milioni di chilogrammi di CO₂ equivalente.

Attualmente, Revet copre il 100% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili certificate, grazie anche a un impianto fotovoltaico interno da oltre 25 mila metri quadrati, che garantisce energia autoprodotta a zero emissioni.

L’impatto positivo sull’occupazione

Il raddoppio dell’impianto ha avuto un impatto positivo anche sull’occupazione, visto che sono stati assunti 20 nuovi addetti, portando l’organico aziendale a un totale di 278 dipendenti.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenuto all’inaugurazione della seconda linea di produzione Revet a Pontedera

“Il rafforzamento dell’impianto Revet rappresenta un tassello strategico del più ampio piano di potenziamento della dotazione impiantistica del gruppo”, dichiara Alberto Irace, amministratore delegato di Plures. “Dopo l’avvio dei biodigestori di Montespertoli e Peccioli e mentre sono in corso i lavori per l’hub tessile di Prato e il nuovo impianto RAEE di San Donnino, il raddoppio della capacità produttiva di Revet consolida la nostra filiera del riciclo e rafforza la leadership industriale di Plures in Toscana e nel Paese. Investire nella qualità del granulo riciclato e nella capacità di trasformazione significa garantire valore ambientale, economico e occupazionale, rendendo concreta la transizione verso un’economia davvero circolare”.

Conclude Nicola Ciolini, presidente di Revet (secondo da sinistra nella foto d’apertura, ndr): “In Revet abbiamo superato con 12 anni di anticipo l’obiettivo UE 2035 di tasso d’avvio a riciclo e con questa nuova linea puntiamo a migliorarci ancora, recuperando non solo gli imballaggi ma anche altri tipi di plastiche che oggi non vengono raccolte nel circuito dei rifiuti domestici”.

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