Trasformatori: fiducia nella ripresa

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La geografia del nostro paese ha storicamente favorito la nascita di numerose unità produttive orientate a operare con un raggio d’azione prevalentemente locale o nazionale. La lavorazione delle materie plastiche, in particolare, è rivolta in buona parte a fornire altri settori industriali in stretta simbiosi con le aziende utilizzatrici. È il caso dell’indotto collegato all’automotive in Piemonte, alla termoidraulica nel bresciano, al farmaceutico, medicale e alla meccatronica in Emilia, alle calzature nelle Marche, al mobile nel Veneto, e così via.

Il settore della trasformazione delle materie plastiche è strutturato in maniera analoga al resto dell’industria italiana, la cui spina dorsale è costituita da piccole e medie imprese. Le unità locali del manifatturiero nazionale sono poco più di 640.000, e di queste, solo 28.000 (meno del 5%) sono riconducibili ad aziende con più di 50 addetti. Il dato è in linea con il comparto della lavorazione di materie plastiche, dove sono operative in Italia poco più di 5.000 società di prima trasformazione, di cui solo alcune centinaia di dimensioni rilevanti (con più di 50 addetti).

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