FabLab Parma: dove la tecnologia è alla portata di tutti

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Tra le realtà più interessanti e dinamiche nel panorama emiliano ci sono le Officine On/Off di Parma, una fucina di idee e competenze dove è possibile sperimentare a seconda delle proprie passioni e competenze. In questo contesto troviamo anche il laboratorio di fabbricazione digitale FabLab Parma, con il quale Senaf e Plastix hanno collaborato per l’ideazione e la realizzazione del progetto “Plastica & Automotive” (Pad. 6, Stand G 16) in mostra alla prossima edizione di Mecspe (Fiere di Parma, 22-15 marzo 2017).

Il posto dell’innovazione tecnologica
«Nato nel 2014 per iniziativa di una ventina di persone che ha sposato le idee e la visione tipica della rete dei makers, per mettere in condivisone competenze, macchinari e strumentazioni», spiega Francesca D’Onofrio, designer e co-fondatrice del FabLab Parma. «È uno spazio libero a tutti, per poter sviluppare progetti individuali e collettivi o creare prototipi e prodotti. L’aspetto innovativo consiste nel dare a chiunque fosse interessato la possibilità di utilizzare tecnologie che fino a poco tempo fa erano ad appannaggio solo di aziende grandi e strutturate. A questo si aggiungono tutte le attività di promozione e didattica, veicolate attraverso momenti di incontro e laboratori, declinati sia per le esigenze formative delle scuole di ogni ordine e grado, sia per quelle di artigiani, professionisti e PMI con cui condividere l’innovazione tecnologica».

Competenze a tuttotondo
Il FabLab Parma è dotato di diverse macchine che assolvono a queste esigenze: una laser cutter, una fresa CNC, uno scanner 3D e quattro stampanti 3D (WASP modello Delta 20 40 con Kit Argilla, Power Wasp EVO, GIMAX 3D S2, 3DPR Coobot). Il tema della sostituzione dei materiali tradizionali con le plastiche – per ragioni di alleggerimento, multifunzionalità e molto altro – è uno dei temi affrontati all’interno del FabLab e, come conferma Francesca D’Onofrio, «Rappresenta una delle nuove frontiere applicative, seguite anche a Parma e con riferimento a situazioni che vanno ben oltre il settore dell’automotive. Ne è un esempio il progetto di tutela dei beni culturali che abbiamo realizzato a Mantova con il gruppo di lavoro Heritage Lab – una collaborazione tra il FabLab, la restauratrice Maria Giovanna Romano e 3D ArcheoLab di Giulio Bigliardi –, utilizzando sia uno stampo in negativo che una riproduzione positiva, prodotti tramite la stampa 3D, per la ricostruzione di elementi decorativi architettonici del Palazzo Ducale. Un progetto importante, tra i primi in Italia e nel mondo, soprattutto perché di fatto ha permesso di utilizzare un pezzo in materiale plastico su un bene storico architettonico. Anche in questo contesto le potenzialità sono enormi: la cronica carenza di fondi spinge sempre di più chi si occupa di restauro a utilizzare la fabbricazione digitale sia per realizzare modelli, sia per costruire veri e propri pezzi da applicare, riducendo tempi e costi», conclude.


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