Con la nuova stampante Starfort il pezzo in 3D nasce dal granulo

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Si dice che a frenare l’ascesa nel settore professionale delle tecnologie per additive manufacturing sia un’offerta piuttosto limitata di tecnopolimeri ad alte prestazioni disponibili sotto forma di filo in bobina. La possibilità di utilizzare direttamente il polimero in granuli – esattamente come quello per stampaggio a iniezione – sarebbe quindi estremamente vantaggiosa.

La nuova stampante Starfort

Starfort, azienda tirolese della famiglia Stubenruss, è riuscita a risolvere il problema sviluppando una nuova stampante 3D che permette di realizzare manufatti complessi, anche di dimensioni importanti, partendo direttamente da granulo, ossia senza accettare i compromessi imposti dal processo di filatura e bobinatura del compound da stampa. L’elemento di novità della macchina è costituito dalla testa da stampa, dotata di un sistema di caricamento radiale del fuso concettualmente diverso dalle viti a caricamento assiale adottate nelle presse a iniezione e negli estrusori. Lavorando il compound in granulo, l’apparecchiatura permette di creare pezzi partendo da materiali rinforzati con fibra di vetro o carbonio, oppure contenenti elevate quantità di carica funzionale, o anche resine di gestione complessa come PSU e PEEK.

Dai caricati agli autoestinguenti. E non solo

Il compounder varesino Lati ha collaborato con Starfort nella messa a punto della nuova stampante fornendo polimeri per impiego speciale prelevati dalla gamma dei gradi dedicati anche al metal replacement, per esempio policarbonato rinforzato con fibra di carbonio e poliammide 6 caricata con il 50 per cento di grafite termoconduttiva. Con questi materiali sono stati stampati manufatti funzionali dalle straordinarie caratteristiche di robustezza, stabilità dimensionale, qualità della finitura superficiale e precisione geometrica. Per esempio, con il grado termicamente conduttivo Laticonther 62 GR/50 è stato realizzato direttamente da file IGS un dissipatore di calore per il raffreddamento di elettroniche a LED perfettamente funzionante.
La notevole flessibilità della tecnologia permette l’adozione di qualsiasi compound per il processo di stampa, inclusi gradi ancor più critici di quelli finora descritti, come gli autoestinguenti o addirittura i riciclati.

Minori i costi, maggiori i vantaggi

La stampante Starfort offre notevoli vantaggi. Innanzitutto il tempo di deposizione più rapido del processo tradizionale, legato alla riserva di materiale fuso in massa e alla maggiore temperatura dello stesso: la deposizione risulta continua e non prevede sollevamento o sostituzione della testa di stampa. Un altro vantaggio consiste nella possibilità di equipaggiare la stampante con ugelli di qualsiasi dimensione: per esempio, si può adottare un ugello con diametro superiore a 5 millimetri per realizzare pareti di grande spessore senza però rinunciare alla precisione e alla qualità della finitura superficiale.
La nuova tecnologia di trasformazione permette infine di contenere i costi complessivi, dato che il prezzo di un compound industriale per stampaggio a iniezione è significativamente inferiore a quello delle bobine per la stampa 3D tradizionale. Considerata la spesa per la costruzione del prototipo, anche il costo della macchina potrebbe costituire una piacevole sorpresa.
Il progetto – completamente autofinanziato – è ora alla ricerca di un partner capace di realizzare in serie la macchina e di servire un mercato mondiale.


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